Umbria Paradiso di Dante

Umbria

Umbria Paradiso di Dante


Umbria Paradiso di Dante è un progetto ideato per valorizzare tutto il patrimonio presente in Umbria riferito al Sommo Poeta.

Partendo dall’idea di mettere in rete le emergenze presenti in ciascun territorio, si è creato un itinerario regionale concepito a “cerchi” di Comuni limitrofi, per consentire agli appassionati e ai curiosi di “assaporare” l’arte, la cultura, le specialità gastronomiche e la magnifica natura umbra, che Dante descrive come farebbe un pittore in un meraviglioso affresco. È possibile percorrere alcuni tratti degli anelli anche su sentieri, a piedi, in bicicletta e a cavallo.

La presenza di Dante in Umbria non è accertata da documenti ma è molto probabile che abbia vissuto per un certo periodo all’Abbazia di Fonte Avellana e a Colmollaro. Inoltre le sue incredibili descrizioni dei luoghi e addirittura del clima di alcuni posti da lui citati, e ancora il fatto che fosse terziario francescano e grande ammiratore di San Francesco depongono a favore di questa ipotesi.

Il primo “cerchio”, nel territorio dell’Eugubino Gualdese e Parco del monte Cucco, si snoda dalla meravigliosa Abbazia di Santa Croce di Fonte Avellana, sul Monte Catria, luogo eletto da San Pier Damiani (canto XXI Paradiso), passa per Pascelupo, luogo di Abbazie Templari, Santa Maria di Sitria e Sant’Emiliano e Bartolomeo in Congiuntoli, arriva a Scheggia costeggiando il fiume Sentino. Antica statio romana, ospitava il tempio di Giove appennino, il più importante dell’Italia centrale. La imponente Torre civica ospita il Municipio ed un Antiquarium.

Da Scheggia seguendo il percorso delle sorgenti del Chiascio (canto XI Paradiso), si arriva a Costacciaro, cittadina che dette i natali a Nallo de’ Guelfoni, Capitano del Popolo a Firenze ai tempi in cui Dante Fu condannato. Il piccolo centro si presenta come castro arroccato su un colle, di origini romane. In epoca medievale diviene possedimento eugubino e poi del Ducato dei Montefeltro, testimonianza dell’epoca il Palazzo Ducale, dove i Signori di Urbino alloggiavano, quando si dedicavano alla caccia nel territorio del Monte Cucco.

Nella Grotta del Monte Cucco c’è un tratto che si chiama “Burella”, che ci ricorda il cunicolo che Dante percorre per uscire dall’Inferno “a riverder le stelle”.

Proseguendo si arriva a Sigillo dove il legame con Dante è legato al volo di Icaro, infatti il Monte Cucco è uno dei luoghi migliori al mondo dove il sogno di volare si è realizzato. (canto XVII Inferno)

A Fossato di Vico, meraviglioso borgo fortificato, riorganizzando l’archivio in un antico registro di un notaio sono stati ritrovati dei frammenti manoscritti del XIV secolo riportanti 5 canti del Paradiso della Divina Commedia. Hanno trovato una eccellente collocazione nell’Antiquarium comunale, dove sono esposti al pubblico.

L’itinerario prosegue in direzione Gualdo Tadino. Grazie a Federico II di Svevia (canto X Inferno e canto III Paradiso) fu fortificata la Rocca Flea, il castello che domina dall’alto e furono costruite le mura protettive della cittadina, nominata insieme a Nocera Umbra nel canto XI del Paradiso. All’interno del Castello un rarissimo affresco della Trinità a 3 teste, apparso durante i restauri, coperto nei secoli scorsi perchè ritenuto “diabolico”.

Valfabbrica, sulle rive del Chiascio, è importante tappa della Via di Francesco, che partendo dalla Verna arriva ad Assisi e prosegue per Roma. La cittadina presenta una imponente Torre civica ed un parco fluviale sul Chiascio. Notevole nella Chiesa di Santa Maria Assunta, un affresco della Scuola del Cimabue unico esempio in Umbria. (canto XI Paradiso)

Il “cerchio” si chiude a Gubbio, citata da Dante per il “colle eletto dal Beato Ubaldo” (canto XI Paradiso), il monte che domina la cittadina, dal quale si originano tutti i torrenti che sfociano nel Chiascio, che insieme al Topino delimita il Monte Subasio dove si trova Assisi. La descrizione è tutta volta a individuare il luogo dove nasce il “Sole” Francesco, che a Gubbio indosserà il saio offerto dagli amici Spadalonga, e che giungerà a Gubbio sulle tracce di Sant’Ubaldo, patrono di Gubbio salvò la città con la sua forza persuasiva, dalla distruzione che il Barbarossa stava per compiere.  La chiesa di San Francesco, imponente esempio di architettura gotica, dove si formò il primo centro francescano di Gubbio e della Vittorina, nei pressi della quale si narra abbia ammansito il lupo sono scrigni di preziose testimonianze.

Nella Biblioteca Sperelliana è possibile ammirare una meravigliosa opera unica, una Divina Commedia edita in tre pannelli, corrispondenti alle tre Cantiche, progetto di Alessandro Sartori, stampa in monotypia Fausto Olivieri, illustrata in amniera straordinaria da Cecco Bonanotte, allestita su tre pannelli intarsiati ad arte dagli ebansiti eugubini Minelli.

Nei pressi di Gubbio si trova il Castello di Colmollaro, oggi in rovina, all’epoca di proprietà della famiglia Raffaelli. Narra la leggenda che Bosone abbia dato asilo a Dante in questo Castello.

Gubbio è la città natale di Oderisi, massimo esponente della miniatura romanica (canto XI Purgatorio) e del Podestà di Firenze Cante de’ Gabrielli, che ebbe il grave compito di emettere la sentenza di condanna di Dante.

 

Sorge allora la domanda: “Se l’eugubino Cante Gabrielli non avesse condannato all’esilio Dante, il Sommo Poeta avrebbe mai scritto la Divina Commedia?” (cit. Anna Buoninsegni Sartori)